Marketing vs. Politica?
Game Plan n.7, Il marketing non va separato dalla natura stessa della contesa politica
Oggi mentre leggevo intervista a possibile candidato del centro sinistra a Firenze, Tomaso Montanari, una frase mi ha colpito: “Capisco quel che vuol dire: ma, qui a Firenze, ci sarebbe davvero l’occasione di fare politica, e non marketing. Elly ha la possibilità di aprire, concretamente, una fase nuova».
Ma veramente siamo ancora qui?
Da anni sostengo in aula e anche nei convegni, che il problema a sinistra non è la mancanza di risorse economiche, ma culturale. E’ per approccio culturale che non vengono adottati i nuovi strumenti di comunicazione (o con colpevole ritardo) e non si innova il modo di costruire relazioni a lungo termine con gli elettori.
Il marketing (politico) serve a comprendere bisogni, desideri, aspettative (ed anche paure) degli elettori. È un formidabile sostegno al processo decisionale
L’analisi del sistema competitivo è, infatti, l’elemento distintivo della logica di marketing applicata alla politica. In questo senso non si tratta semplicemente di tecniche importate dall’esterno, il marketing non può essere separato dalla natura stessa della contesa politica.
Se il “campo largo” parte con l’approccio di Montanari non solo il centro destra può dormire sonni tranquilli, ma può anche sognare di vincere a Firenze.