Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in un vecchio manifesto del partito Liberale con una semplice scritta “Tu voterai Liberale. Perché.” ed un ampio spazio bianco.
Mi ha ricordato le due semplici domande (ma non altrettanto le risposte) che faccio ormai da 20 anni ai miei clienti politici (e non solo in una versione con qualche aggiustamento): «perché ti candidi?» e «perché dovrebbero votarti?».
Le risposte servono a costruire la strategia di campagna elettorale e il messaggio alla base della stessa.
La risposta al primo perché include elementi biografici e obiettivi del candidato, non si tratta però di di costruire un freddo curriculum vitae, ma di stabilire una connessione emotiva con gli elettori: le esperienze (politiche, professionali e personali) sono quelle che hanno formato la persona che si sta presentando alle elezioni, il sistema di valori che è alla base della candidatura.
Spesso la risposta al primo perché da parte di un candidato uscente (incumbent) è legata alla volontà di proseguire nel lavoro intrapreso nel primo mandato. Un sindaco o presidente uscente ha, infatti, un bilancio da presentare e l’elezione si trasforma facilmente in un referendum sul suo operato. Difficilmente può vincere se la maggioranza degli elettori non apprezza quello che ha fatto: il bilancio di quanto fatto (e non fatto) diventa uno dei temi centrali della campagna per convincere gli elettori a confermare il voto o a scegliere il cambiamento.
Il secondo perché esprime non solo le priorità e la visione, ma i motivi per cui queste sono importanti per gli elettori. E’ il tema della campagna e solitamente lo slogan della campagna, va sui manifesti e sugli altri materiali stampati, è, chiude gli spot radiofonici e televisivi. E’ il filo conduttore di tutta la campagna elettorale e come tale può fare la differenza.
I futuri candidati alle elezioni europee ed amministrative del prossimo giugno dovrebbero partire da qui, ma non solo loro: una chiara risposta la dovrebbero dare anche i partiti. Il primo perché è legato non al “perchè ti candidi” ma al “perché esisti”.